venerdì 21 febbraio 2014

Orsetta

 In queste ultime settimane ho avuto poco tempo per dedicarmi ai lavori di cucito ma nei ritagli di tempo ho preparato questa deliziosa orsetta in panno lenci con il musetto chiaro in pile.
Ho incollato, con della semplice colla coccoina, il nasino nero al musetto e successivamente il musetto all'orsetta, così come le orecchie rosa alle orecchie dell'orsa.
L'orsetta è stata tagliata doppia e all'interno è stato inserita una terza sagoma uguale in pile chiaro più spesso
Ho cucito insieme le parti marroni con dei piccoli punti e con del filo più spesso ho creato le righe sulle zampe.
Con un pennarello nero indelebile ho disegnato la sottile riga sotto al naso e gli occhietti neri. Un pizzico di fard rosa messo con un pennello sul musetto bianco ha "creato l'atmosfera " giusta finale per questo delizioso pupazzetto portafortuna.
I fiori appesi alla ghirlanda di vimini ( una di quelle che uso abitualmente a natale) sono finti e sono stati cuciti con ago e filo alla ghirlanda stessa, mentre sotto al nastro in basso è appeso un campanellino che suona. La creazione è un regalo per una bimba che nascerà ai primi di aprile  e può essere usata per annunciarne la nascita ma anche per appenderla sopra la culla,
E' molto facile da realizzare e si completa in un paio d'ore

Splendida

Splendida Carolina a Sochi
Leggiadra nell' Ave Maria di Schubert, sensuale nel Bolero di Ravel 
Una grande pattinatrice elegante e raffinata
Brava, veramente brava

Bellissimo anche il suo sito 

lunedì 17 febbraio 2014

Oscar, un anno dopo

No words can adequately capture my feelings about the devastating accident that has caused such heartache for everyone who truly loved - and continues to love Reeva.
The pain and sadness – especially for Reeva’s parents, family and friends consumes me with sorrow.
The loss of Reeva and the complete trauma of that day, I will carry with me for the rest of my life.
Oscar
dal sito oscarpistorius.com   14 febbraio 2014

«Nessuna parola può descrivere quello che sento riguardo il devastante incidente che ha provocato così tanta angoscia a tutti coloro che hanno amato e amano ancora Reeva  Il dolore mi consuma... La perdita di Reeva e il trauma di quel giorno non mi abbandoneranno mai».
Un anno dopo la folle notte in cui uccise la fidanzata a colpi di pistola, Oscar Pistorius, il campione di atletica con le protesi di titanio, è tornato a scrivere nella home page del suo sito 
Parole di disperazione e di rimpianto e di dolore
Mi chiedo sempre come un uomo vincente come lo era lui abbia potuto arrivare ad uccidere 
Un incidente che probabilmente era una ossessione, ormai, che lo ha spinto a commettere un omicidio
E' triste, molto triste leggere le sue parole perché  sono le parole di un giovane uomo che ha la vita rovinata per sempre, qualunque sarà l'esito del processo

mercoledì 12 febbraio 2014

askfmstaffitalia

Ho continuato la ricerca in Internet ed ho trovato questo link  http://ask.fm/askfmstaffitalia 
E' stata una lettura decisamente interessante
C'erano tantissime domande dei fruitori del network Ask.fm allo staff italiano
Io ne ho scelte alcune  significative che mettono ben in evidenza   ciò che è effettivamente Ask for me , una trappola per topi senza nessuna sicurezza e senza nessuna possibilità di difendersi in caso di attacchi da parte di persone squilibrate
Come blogger di vecchia data io ne starei alla larga alla grande ...
Ecco  ciò che ho letto :
 
C e qualke cosa x scoprire chi scrive in anonimo?
No, non è possibile.
 
Si può vedere chi ti sta seguendo?
No, non è possibile.
E' possibile sapere solo il numero.
 
Come faccio a scoprire chi mi insulta su ask?
Ci indichi le domande che ledono la Sua persona.
Grazie.
 
come si scopre chi ti segue?
Non è possibile.
E' possibile sapere solo il numero.
 
Se io blocco una persona, questa potrà vedere il mio profilo ugualmente?
Sì.
 
Come faccio se un fake usa il mio nome su ask in un profilo non mio ?
Ci indichi il profilo e dimostri quanto detto.
A presto.
  / ho cliccato sul nome ed ho trovato questa frase This user has deactivated their account. L'usurpatore del profilo ha disattivato il falso account  Non è stato disattivato da nessuno ! /
 
Come faccio a scoprire chi mi scrive insulti con l'anonimo?
Ci indichi le domande che ledono la sua persona. 
 
Potreste disattivare questo accaunt se è possibile per furto d'identità e sostituzione di persona ..http://ask.fm/Consigli_per_tutti , usa una foto di me e una mia amica
Deve dimostrare quanto ha detto. Ci scriva senza anonimo.
Grazie e a risentirci.
  /  se si clicca si vede ancora  la pagina web  Come mai ?  /

Ask.fm, il social dell'anonimato

" Ask.fm, il social dell'anonimato: come difendersi dalle insidie del cyber senza volto
Il social delle domande al centro delle polemiche dopo i suicidi di adolescenti in tutto il mondo. Il contenuto non è monitorato e chi accede è esposto da subito a potenziali minacce e insulti. Che arrivano da utenze non identificabili "
In una breve ricerca in Internet ho trovato in un articolo di Repubblica questa definizione sul social network al centro delle polemiche dopo il suicidio della quattordicenne della provincia di Padova
Ask.fm, che sta per "Ask for me" (chiedi per me), è nato in Lettonia 
E' una community particolare, assimilabile ai vari social, ma con una caratteristica pericolosa: gli utenti possono interagire in forma anonima.
  Su Ask.fm ci sono sessanta milioni di utenti : più di tredici milioni si collegano quotidianamente, e l'Italia è il paese che ne conta di più.
Ask.fm è tra i siti più utilizzati dai teenagers, uno spazio in cui si possono porre domande per ottenere risposte, e per rispondere, occorre registrarsi. L'ingresso è vietato ai minori di 13 anni. Ma   a 14 anni ci si può collegare
Ask.fm funziona come sito e come app mobile per smartphone e tablet.
Si pone una domanda, senza limitazioni tematiche, e si attende una risposta.
Come altri spazi web che funzionano in modo analogo, Ask.fm può essere vissuto come un luogo della rete utile e funzionale. Ma può rapidamente trasformarsi in un incubo. Perché la modalità anonima con cui è possibile interagire con altri utenti può nascondere insidie letali, se non si è preparati a difendersi. Soprattutto se nel profilo ci sono foto o video personali.
Chiunque può porre domande sui profili personali degli utenti, che possono essere "seguiti" come accade su Twitter. Ma a differenza del network del passerotto, su Ask.fm non si può sapere chi ti sta seguendo, ma solo il numero dei follower raggiunti.
Le domande possono essere innocenti. Ma  può arrivare a sorpresa, anonima, una richiesta diversa che può aprire le porte dell'inferno digitale.
 Perché su Ask.fm non c'è controllo o filtro umano a quello che viene scritto.
C'è un'avvertenza molto chiara quando ci si collega al sito: nessuno monitora il contenuto, anche se i comportamenti illegali, diffamatori e lesivi dell'utenza sono proibiti.
Il punto centrale di Ask.fm è la pagina di profilo di ogni utente. Che ha come elemento prominente un box in cui si possono digitare domande. Uno spazio che, se si lascia aperto l'accesso agli utenti anonimi, può diventare presto un ricettacolo di insulti, assalto sessuale, attacchi alla persona!

Un altro suicidio per insulti su Ask.fm

" Ragazza di 14 anni spinta a uccidersi dagli insulti su Ask.fm
  Si è gettata domenica dal tetto dell’ex hotel Palace. Era stata presa di mira sul social network più volte accusato di favorire il cyber bullismo: «Sucidati», «Sei strana, meriti di stare sola». La Procura apre un'inchiesta "
Stamattina per alcuni minuti ho lasciato il libro di inglese e ho parlato con i miei alunni ed alunne di seconda A ed E dell'ultimo suicidio per cyber bullismo Avevo già sentito  parlare di  Ask.fm in passato, sempre per episodi simili altrettanto gravi in Gran Bretagna e negli States, e perché Cameron aveva chiesto che il social network fosse chiuso definitivamente nel Regno Unito
Alcuni dei ragazzi e ragazze che ho in classe, di 12 - 13 anni, sono iscritti al sito e lo usano come usano Facebook e non si sono dimostrati particolarmente preoccupati della pericolosità di Ask.fm 
Sono invece stati molto più preoccupati e sconvolti per il recente episodio di violenza trasmesso da tutte le TV italiane con quel terrificante video in cui una ragazza picchia selvaggiamente un'altra giovane adolescente, che  chiede disperatamente aiuto a quel branco di altri numerosi giovani che stanno intorno alla bestia bionda con gli scarponi che la massacra a calci, e che la incitano a continuare...
Un episodio barbaro di una crudeltà inconcepibile che fa sicuramente riflettere su come questa giovane e gli altri adolescenti che erano con lei abbiano potuto arrivare ad un simile livello di violenza e di insensibilità nei confronti di una coetanea
Questo è comunque un omicidio a sangue freddo e la legge dovrebbe punire severamente la colpevole, ma anche gli altri che erano lì intorno.
Sicuramente i genitori non possono  sorvegliare i loro figli ogni secondo e con gli smartphone i ragazzi possono connettersi in qualunque momento e andare ovunque nel web.
Possono anche incontrare chiunque e lasciarsi coinvolgere
Anche nella violenza verbale o fisica nei confronti di altri coetanei o coetanee
Quello che però i genitori dovrebbero sempre fare è comunicare con i propri figli
E' molto  importante  insegnare loro  il rispetto degli altri e delle regole, perché internet è la piazza virtuale dove si riversano le cose che facciamo quotidianamente.
Se nella vita non si  rispettano gli altri, la diversità altrui, non si potrà mai fare gioco di squadra e stare con i   coetanei, e si finirà con il  riversare tutto l'odio la cattiveria e la violenza che si prova  nella rete, dove, tra l'altro, si può restare anche anonimi 

Resistenza

“…Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi con lo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.”

 Pietro Calamandrei - Il  monumento

sabato 8 febbraio 2014

Sport e diritti

"La pratica dello sport è un diritto dell'uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play."
-  dalla Carta Olimpica

Ogni individuo ha anche il diritto di vivere la propria vita e la propria sessualità senza discriminazioni ed ingerenze politiche o religiose
 In Russia, dove sono iniziate le olimpiadi invernali a Sochi,  i gay sono discriminati dalle leggi di Putin e da una mentalità popolare iniqua e retrograda
E in Italia ?

Febbraio è un mese triste...

Quest'anno febbraio è iniziato con la pioggia. Una settimana di acqua più o meno intensa, giornate fredde grigie e monotone che fanno venire la malinconia
Febbraio è per me un mese di ricordi non piacevoli. Dopo un lungo periodo di malattia e di sofferenze, alla fine di febbraio di 11 anni fa moriva mio papà
Era nato il 7 settembre 1922 e aveva fatto la guerra . Era stato un IMI, un internato militare italiano, un prigioniero nei lager nazisti, uno degli schiavi di Hitler che non furono mai riconosciuti come tali, neppure recentemente.
Degli IMI se ne parla sempre troppo poco e di loro, salvo pochi libri di storici e qualche sito specifico, ne resta una traccia  solamente nei cassetti personali dei ricordi di chi è vissuto con loro, al ritorno dalla guerra: genitori, mogli, figli o figlie e nipoti
Nel 1994 furono ritrovati, quasi per caso, in uno sgabuzzino al pianterreno di Palazzo Cesi, sede della Procura generale militare di Roma, 695 fascicoli processuali sui crimini di guerra nazifascisti, eccidi, omicidi, saccheggi e delitti, commessi dalle truppe tedesche di occupazione, ma anche da collaborazionisti italiani e da reparti delle RSI: episodi noti o mai conosciuti, ma rimasti impuniti, di cui si può leggere la storia in un libro bellissimo  Le stragi nascoste - l'armadio della vergogna, di Massimo Franzinelli, ed Mondadori
Il Fascismo ed il Nazismo in versione edulcorata che in questi ultimi anni ci sono stati un po' troppo spesso propinati non è certo la realtà vissuta dai nostri genitori

Il 7 settembre 1943 mio papà compiva 21 anni e si imbarcava al porto di Bari, - quel porto che io ho visto con una certa emozione per la prima volta nel 2005 durante un tour in Puglia - , per tornare a Tirana in Albania, dove era in servizio da quasi due anni, dopo una licenza passata a casa in Val di Susa
Non so se c'è un destino già prestabilito, so però che il giorno dopo, l'8 settembre 1943, con l'armistizio firmato da Badoglio, mio papà si ritrovò in quel caos  completo che coinvolse tutti i soldati italiani abbandonati al loro destino dai loro capi e iniziò una fuga molto pericolosa a piedi insieme con altri commilitoni verso la Jugoslavia , unica possibilità  di salvezza
Mio papà non ha quasi mai parlato di quello che gli successe in quei momenti terribili, ma in una occasione molto speciale, quando era già ormai anziano ed ammalato, accennò a questa fuga durata non più di15 giorni. 
Durante l'ultimo conflitto della ex Jugoslavia, quando gli albanesi mussulmani perseguitati dai serbi di Milosevic in Kossovo fuggirono verso l'Albania, furono trasmesse delle immagini in TV e mio papà improvvisamente disse che quello era il passo Chafata, che lui aveva fatto al contrario, mentre scappava nel settembre 43, per  riuscire a raggiungere le truppe partigiane di Tito e  sfuggire così i partigiani albanesi, che cercavano i militari italiani per ucciderli
Disse anche che non era cambiato nulla da allora, quel passo era tale e quale, spoglio e disadorno,ma lui   fu catturato più avanti dai tedeschi, al Lago di Ocrida, in territorio jugoslavo,  messo su un carro bestiame, - quei famigerati carri bestiame  di cui si legge sempre nelle testimonianze dei sopravvissuti,  - e inviato in Polonia, nelle miniere.
Un lungo viaggio tremendo per arrivare in un luogo sconosciuto e freddo, più tremendo ancora. Un viaggio pieno di angoscia e di incredulità verso l'inferno dei lager nazisti, che mio papà ed i suoi commilitoni non immaginavano di certo di compiere a vent'anni o poco più
In quel periodo in cui mio papà vide quelle immagini in tivù era intanto sorta una vivace polemica perché la Germania, che aveva deciso di pagare i danni ai deportati della seconda guerra mondiale, non aveva però riconosciuto i nostri militari IMI come lavoratori in Condizioni di Schiavitù in Lavoro Forzato
Io iniziavo allora a navigare sempre più spesso  in internet e cominciai una accurata ricerca personale per poter compilare ugualmente la domanda per mio padre - domanda che fu naturalmente respinta da Ginevra e di cui conservo con cura la lettera in cui mi si diceva che mio padre fu semplicemente un prigioniero di guerra in campi di non sterminio -, anche se, come disse chiaramente Gianrico Tedeschi, l'anziano famoso attore  di teatro ed ex ufficiale internato IMI, non avrei conservato quei soldi per me, perché ancora grondavano del sangue di milioni di vittime, ma era una questione di principio e di giustizia

Passando attraverso i siti dell'Aned e dell'Anei arrivai ad un altro sito,  www.schiavidihitler.it,  e poi a un sito molto interessante ed utile,www.indennizzolavoratoriforzatinazismo.it, e da lì successivamente  a  www.majoranaorg/progetti/shoah/tabella_campi.htm 
Trovai anche il sito dell' Istituto Storia Contemporanea Pier Amato Perretta di Como, il cui presidente, Ricciotti Lazzaro, che conoscevo già perchè aveva scritto un bellissimo libro sugli IMI, aveva inviato una toccante e importantissima lettera alla Germania :
" Cara Germania.... in un anno di lavoro durissimo abbiamo raccolto 12 mila nomi, memorie storiche e documentazione di sopravvissuti dei lager nazisti ....
gente al tramonto, che prima non aveva mai voluto parlare di quel martirio di 50 anni fa... gente fuori dalla memoria collettiva, fuori dalla memoria dei governi, gente solo da cimitero ...non siamo mendicanti, non ci mettiamo in ginocchio davanti a te, Germania! non ci servono milioni, ma un rimborso simbolico di poche lire e un biglietto di scuse personale firmato dal tuo Presidente della Repubblica ...
ti diremo grazie e così lo faremo noi per loro, i 50 000 morti italiani rimasti nei lager, impiccati strangolati fucilati torturati bastonati bruciati vivi morti di fame e di malattie ridotti in cenere "

E per quelli tornati, che come mio papà rifiutarono sempre di firmare in lager per aderire a Salò / perché ogni settimana i Repubblichini passavano a chiedere di firmare e chi lo faceva poteva tornare in Italia a combattere con i Fascisti ! /, con le cicatrici sul corpo e nell'animo: cicatrici sulle gambe dei bombardamenti alleati mentre era  rinchiuso in un vagone durante il trasporto da un lager all'altro alla fine del 44 o inizio 45 e cicatrici sul polso sinistro dei morsi di un cane SS, che andava a recuperare i prigionieri scappati dalle baracche mentre cadevano le bombe alleate sulla città vicina al campo di internamento, e cicatrici di ciò che aveva visto e subito e di cui non parlava mai , cercando nel silenzio l'obblio e il desiderio di dimenticare per sempre quegli incubi che per  tutta la vita lo accompagnarono nei sogni notturni e negli ultimi mesi di vita, in cui diceva che non poteva allungare le gambe nel letto perché " non c'era spazio per dormire allungati nelle baracche di legno " e se ne stava rattrappito per ore con le gambe tirate su !

A quel punto andai a cercare in un cassettino del mio trumeau alcuni documenti e foto che mio papà aveva riportato dalla prigionia e che erano rimasti lì,  dimenticati per anni 
La foto con i commilitoni a Tirana prima del settembre 43 e dell'inizio del lungo calvario tra Polonia e Germania, nei lager nazisti

 I 5 o 6 biglietti - lettera che aveva ricevuto nei lager da mio nonna e da mia zia fino al luglio 44, con tutti i timbri e le scritte di spostamento da un sottoblocco all'altro ed il suo numero di prigioniero - in seguito fu spostato in continuazione nella Germania in rotta e non ricevette più posta, probabilmente  -
Queste immagini sono un po' sfocate ma indicano il numero impressionante di lager di concentramento esistenti in Germania durante la guerra Due dei numeri , che ho cerchiato, coincidevano con quelli trovati nelle cartoline in mio possesso
I pochi pezzi di carta che erano stati la moneta  del lager e che i Canadesi gli avevano dato,  dopo la sua liberazione nel maggio 1945 in un campo vicino al mare del Nord, per tornare a casa, in treno attraverso il Brennero

Il passaporto rilasciato dai nazisti quando entrò in lager e che doveva avere sempre con sé. Quel tenue rosa ormai un po' sbiadito era un vero pugno allo stomaco pensando a cosa era servito e per quanto a lungo lo aveva seguito negli spostamenti continui della prigionia, soprattutto negli ultimi mesi del '45 quando gli Alleati entravano sempre più in territorio tedesco e anche loro IMI venivano sballottati di qua e di là, da un posto all'altro


Ancora più sconvolgente è l'allucinante testimonianza di questa pagina interna del suo passaporto, in cui si vede benissimo la data del 6 aprile 45 ( io sono nata il 6 aprile di 10 anni dopo, altro strano caso del destino ), in cui gli veniva rinnovato il passaporto per il lavoro forzato nei campi per  altri 2 anni ancora
Era stata ben stampigliata anche la firma del nazista incaricato  di tale rinnovo e la sua firma- erano ormai alle soglie di una disfatta completa e totale ma il meccanismo dei lager funzionava a meraviglia e probabilmente erano ancora convinti di vincere la guerra e di continuare a sfruttare la manodopera degli internati prigionieri -
Questo invece è il pass degli Alleati per poter rientrare in Italia passando   dal Brennero nel settembre 1945
Da questi pochi ricordi, piuttosto sciupati e smunti, di quasi due anni di campi di lavoro, e da alcune parole dette da mio padre su dove era stato, dalle miniere polacche, Bialystok, Buslau e Breslau, alla Slesia, e Gorlitz, fino all'interno della Germania, con le mie ricerche in internet riuscii a trovare documenti estremamente interessanti
Fu un viaggio della memoria molto angosciante, soprattutto dopo aver constatato che alcuni luoghi da lui nominati, Torgau in particolare, erano sottocampi e  di  Gross Rosen e  di Flossemburg, che nella storia concentrazionaria nazista hanno tanta morte e distruzione e tanta brutalità e sofferenza
Con mio papà non ho mai parlato di questa mia ricostruzione approssimata ed incompleta perché era già ammalato gravemente, ma ho conservato tutti i suoi pochi documenti ed il lavoro di due mesi di ricerche approfondite in internet
 Per non dimenticare ciò che ha vissuto e subito e dove è stato in tutti quei mesi di inferno concentrazionario passando dalle miniere alle fabbriche belliche fino al lavoro all'aperto altrettanto faticoso e pesante
Mesi duri e massacranti, dove lo aiutò solo un fisico robusto ( dagli 80 chili iniziali arrivò agli  appena 40 del ritorno a casa ) e probabilmente la gioventù e la convinzione ferrea che bisognava opporsi al fascismo ed alla violenza dicendo NO con tutte le forze, anche a costo di rischiare ogni volta la propria vita per la libertà ed un mondo migliore
Ti ricordiamo sempre con affetto, papà ovunque tu sia, e  con la speranza che almeno lì dove sei  ora non ci siano né  l'odio degli uomini  né la sofferenza e l' angoscia di essere schiavi  di un regime assurdo e crudele
Voi siete morti ormai ed i negazionisti imperano ultimamente, ma la storia e la verità restano e noi che abbiamo vissuto a lungo con voi racconteremo sempre ciò che vi è successo e ciò che avete subito

Generation War

E' andata in onda ieri sera la prima parte di una mini serie  trasmessa per la prima volta nel marzo 2013 in Germania ,  prodotta dal canale pubblico tedesco ZDF, che ha causato  il più vasto dibattito di critica e di pubblico degli ultimi anni, soprattutto in Polonia , Gran Bretagna e USA.
Generation War – Unsere Mutter, unsere Vater (Le nostre madri, i nostri padri) -”  racconta le vicende di cinque giovani tedeschi, tutti intorno ai vent’anni, legati da una profonda amicizia, che a Berlino, nel 1941, si incontrano un’ultima volta prima di prendere ognuno le proprie strade, tutti convinti di ritrovarsi di lì a pochi mesi , a Natale, a guerra conclusa e naturalmente vinta. Euforici ed appassionati, tutti desiderano  lasciare un segno nella storia e per questo non esitano a gettarsi in quella grande avventura che secondo loro cambierà l’Europa, senza comprendere, almeno inizialmente, che saranno loro ad uscirne  profondamente cambiati e segnati.
Narratore della storia è Wilhelm (Volker Bruch), ufficiale pluridecorato, inviato a combattere sul fronte orientale. Con lui c’è anche il fratello minore  Friedhelm (Tom Schilling), soldato semplice  nello stesso plotone. Mentre Wilhelm crede fermamente nel valore della guerra ed è fortemente determinato  nel compiere il suo dovere, Friedhelm è invece sensibile e sognatore, più interessato alla letteratura e alla poesia che alla guerra.
Profondamente innamorata di Wilhelm, ma incapace di confessarglielo, è Charlotte (Miriam Stein), infermiera nella Wehrmacht, e anche lei sul fronte orientale.
Greta (Katharina Schuttler) , che lavora in un bar, spera di diventare una famosa cantante e nel frattempo ama ed è riamata da Victor (Ludwig Trepte),  un giovane sarto ebreo.
Victor vorrebbe abbandonare il paese assieme alla sua famiglia, ma i genitori , ormai anziani, si rifiutano. Greta, allora, per aiutare il fidanzato ad ottenere  i documenti che gli permetterebbero di partire,  diventa l’amante di un colonnello delle SS.
Nessuno di loro, come milioni di altre persone, riuscirà ad immaginare ciò a cui la guerra li costringerà. Solo tre di loro si ritroveranno a guerra conclusa in una Berlino devastata.
I  cinque giovani tedeschi protagonisti della miniserie vengono presentati come dei comuni ventenni pieni di sogni e di speranze che però, poco a poco, costretti dalle circostanze, compiono azioni terribili.
In Germania  è stata considerata una serie coraggiosa, che ha avuto  il difficile compito di mostrare persone normali che hanno tirato fuori il peggio da loro stesse: la dolce infermiera Charlotte, desiderosa di aiutare i soldati feriti, non esita a denunciare la sua aiuto infermiera locale, da lei stessa scelta, quando scopre che è un medico ed è ebrea, così come Wilhelm esegue senza fiatare gli ordini dei suoi superiori, uccidendo prigionieri di guerra russi e civili innocenti.
Un tema difficile, che ha suscitato non poche polemiche: Ryszard Schnepf, l’ambasciatore polacco presso la sede americana, ha scritto una lettera di lamentele alla rete Music Box, rea di aver comprato i diritti della serie tedesca e la rivista inglese The Economist ha definito “Generation War” come il prodotto televisivo più controverso nella storia della tv tedesca.
Dal punto di vista tecnico la serie è di altissimo livello, sia per quanto riguarda la regia che le ambientazioni, gli attori sono tutti ricchi di talento ma a disarmare è la naturalezza con cui vengono presentati i protagonisti : all’inizio si simpatizza con loro ma  poi tutti loro si macchiano di crimini raccapriccianti.   Questo processo viene portato avanti dagli autori senza forzare il giudizio e senza giustificare nessuno, ma il loro scopo è di portare lo spettatore a riflettere sul fatto che in quelle condizioni storiche l’uomo comune si sarebbe comportato esattamente così.
Lo storico Norbert Frei ha lodato il film per aver mostrato per la prima volta alla televisione tedesca un ritratto nudo e crudo della guerra della Germania contro l'Unione Sovietica, compresa la partecipazione della Wehrmacht in assassinii di ebrei, nella fucilazione di ostaggi come rappresaglia contro la resistenza partigiana, e nel saccheggio delle case lasciate libere dagli ebrei. Secondo lui il film non ha presentato i dati relativi a una dimensione idealizzata, ma le persone normali  che diventano consapevoli della loro colpa comune.
Molti spettatori polacchi si sono invece sentitti profondamente oltraggiati dalla rappresentazione nel telefilm dei Polacchi come i più grandi anti-semiti . Tygodnik Powszechny ha descritto il film come "falsificazione della storia" (Historyczne fałszerstwo) in quanto raffigura  tutti i polacchi come fanatici antisemiti, ancor più che i tedeschi, che sono mostrati come "sostanzialmente brava gente" ingannata dai nazisti. 
 I critici polacchi hanno dichiarato che gli sceneggiatori hanno cercato di diffamare la resistenza anti-nazista  e l'esercito clandestino polacco Armia Krajowa, che viene mostrato nel film come ferocemente antisemita  L'ambasciatore polacco in Austria, Jerzy Marganski, e l'ambasciata polacca in Germania hanno inviato una lettera di reclamo alla emittente tedesca ZDF sottolineando che la Armia Krajowa ha avuto anche membri ebrei e che i Polacchi costituiscono quasi un quarto dei  Giusti tra le Nazioni onorati a Yad Vashem in Israele 
L'aspetto positivo della miniserie è che "il vecchio concetto accettato da tutti che le barbarie commmesse  durante la Seconda Guerra mondiale erano limitate alle SS e alla Gestapo è stato messo da parte e che  si  riconosce quello che gli studiosi hanno stabilito negli ultimi anni, che la Wehrmacht ha svolto un ruolo importante nel commettere atrocità nei paesi occupati "
Ma  l'aspetto negativo è che  "mentre stavano distruggendo un mito, i realizzatori del telefilm ne hanno costruito un altro: quello che i giovani uomini e donne della Germania di allora sono stati sedotti e poi selvaggiamente traditi e brutalizzati dai nazisti e dalla guerra stessa  che li hanno resi  loro complici. Questo telefilm è in effetti  rivolto ai  Tedeschi di oggi, che vorrebbero, forse,   arrivare ad una resa dei conti finale con il periodo della guerra
Generation War è  infatti un appello per ottenere il perdono, ma il film vende anche un'  innocenza dubbia nella speranza di suscitare la riconciliazione perché  non mostra quello che effettivamente erano i giovani di allora, completamente affascinati e fedeli ad Hitler, ed i trenta-quarantenni, che usarono ed abusarono del Nazismo e continuarono a vivere, anche dopo la fine del conflitto, senza alcun pentimento
Non solo i gerarchi nazisti riconosciuti colpevoli e giustiziati a Norimberga commisero atrocità. Tutto il popolo tedesco era complice e fedele alleato del nazismo e non si ribellò mai alle atrocità commesse durante la guerra.
Basta rivedere i filmati degli Alleati che avevano appena liberato i campi di concentramento come Dachau o Buchenwald , dove lo sterminio era stato commesso anche senza le camere a gas sui prigionieri di tutta Europa, non solo ebrei
I soldati americani  portarono le popolazioni civili  tedesche locali a visitare quegli orrori dove ancora vi erano prigionieri del Reich vivi ma ridotti a scheletri e mucchi di morti, uccisi dagli stenti, dalla fame, dalle percosse, e gettati  dai loro aguzzini negli angoli, a mucchi, povere ossa nude , senza pietà alcuna per il loro essere stati uomini e donne con una dignità ed una vita da rispettare
 Ma molti di quei visitatori messi in fila ed obbligati a vedere, con i loro bei cappotti borghesi, lindi  puliti ed azzimati, sapevano già cosa avrebbero visto perché dalle finestre delle loro case avevano potute assistere per anni a quello che succedeva in quei campi, complici di una tale tragedia a cui non si erano  opposti mai, piccoli ingranaggi di un regime che faceva della superiorità tedesca il suo cavallo di battaglia e che provocò almeno undici milioni di morti con le sue folli idee di supremazia razziale.

domenica 2 febbraio 2014

Grisham

Ieri ho acquistato scontato  I contendenti di John Grisham
Mi piace tantissimo questo scrittore americano  di legal thriller e i suoi libri sono sempre una lettura avvincente ed interessante, che non mi lascia mai delusa
 Grisham è nato a Jonesboro, in Arkansas, uno degli stati del sud, nel 1955, figlio di un operaio edile e di una casalinga
Da bambino sognava di diventare un giocatore di baseball professionista, ma rendendosi conto di non avere la stoffa giusta per una carriera da professionista, ha studiato legge e si è laureato in contabilità presso la Mississippi State University. Dopo la laurea in giurisprudenza a Ole Miss nel 1981, ha continuato ad esercitare per quasi un decennio a Southaven, come avvocato penalista
Dal 1983 al 1990,  è stato eletto alla Camera dei Rappresentanti dello Stato  e  ha ricoperto importanti incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives. 
Un giorno nel tribunale della DeSoto County, Grisham sente la testimonianza straziante di una dodicenne vittima di stupro, che gli ispira  l'idea di iniziare  un romanzo in cui raccontare cosa sarebbe successo se il padre della ragazza avesse assassinato i suoi aggressori.
Alzandosi alle 5 del mattino ogni giorno per avere diverse ore di tempo per scrivere prima di andare a lavorare, Grisham impiega tre anni per terminare A Time to Kill - Il momento di uccidere- finito nel 1987.
Inizialmente il romanzo fu rifiutato da molti editori, ma venne alla fine  acquistato dalla Wynwood Press, che pubblicò solo 5.000 copie  nel giugno 1988.
Fu una delusione che avrebbe potuto porre fine alla passione di Grisham ma  egli aveva già iniziato il suo secondo libro, e il suo  hobby divenne ben presto  una carriera a tempo pieno e   una delle più grandi storie di successo .
Completato A Time to Kill, Grisham   inizia  a lavorare sulla storia di un  giovane avvocato attirato da uno studio legale apparentemente perfetto che però non era quello che sembrava.
Quando ha venduto i diritti cinematografici di The Firm - Il socio - alla Paramount Pictures per $ 600.000, Grisham   diventa  improvvisamente molto importante per  tutti gli editori, con  una incredibile caccia  ai diritti del libro, che resterà ben 47 settimane nella lista dei bestseller del New York Times del 1991.
I successi de  Il rapporto Pelican,  e Il cliente   hanno confermato la fama di Grisham come  maestro del legal thriller.
Dalla prima pubblicazione di A Time to Kill nel 1988, Grisham ha scritto un romanzo all'anno tra cui  La Camera, Il Testamento, L'ultimo giurato, Il Broker,   L'appello,   la Confessione 
Attualmente ci sono oltre 275 milioni di libri di  John Grisham in stampa di tutto il mondo, e sono stati tradotti in 40 lingue. Nove dei suoi romanzi sono stati trasformati in film  e Ford County (novembre 2009) è stata la sua prima raccolta di racconti.
Grisham vive con la moglie Renee e i loro due figli Ty e Shea.
La famiglia  divide il proprio tempo tra la  casa vittoriana in una fattoria in Mississippi e una piantagione vicino Charlottesville, VA.
Grisham si è preso una pausa dalla scrittura per diversi mesi nel 1996 per tornare, dopo una pausa di cinque anni, in un'aula di tribunale , dove rappresenta la famiglia di un frenatore ferroviario ucciso quando è stato bloccato tra due auto. Prepara  il suo caso con la stessa passione e dedizione con cui crea i protagonisti dei suoi libri e  sostiene con successo i suoi clienti caso, guadagnandosi un premio di giuria di $ 683.500, il più grande verdetto della sua carriera.
Quando non scrive, Grisham dedica tempo alle cause benefiche, tra cui più di recente il suo Ricostruire Il Fondo Costa, che ha raccolto 8,8 milioni di dollari per risistemare la Costa del Golfo dopo l'uragano Katrina.
Egli mantiene anche  la sua più grande passione: il baseball. E' il locale commissario Little League e sei campi che  ha costruito sulla sua proprietà hanno ospitato oltre 350 bambini delle 26 squadre della Little League
I contendenti  è un libro trascinante con la sua storia in alcuni momenti anche umoristica e divertente, piuttosto inusuale anche per i personaggi coinvolti
Oscar Finley e Wally Figg sono due avvocati di Chicago,  soci da una ventina di anni in un piccolo studio legale sempre sull'orlo del fallimento.
Litigiosi  e privi di etica, con una segretaria tuttofare ed un cane che ulula non appena sente arrivare un'ambulanza, cercano di rimediare clienti come possono,  offrendo di solito la loro consulenza "su misura" in divorzi lampo o alle vittime dei frequenti incidenti d'auto all'incrocio vicino al loro ufficio. I due tirano avanti più o meno dignitosamente nella speranza di fare prima o poi il colpo grosso e di imbattersi in una causa che li renda finalmente ricchi.
Il tran tran viene bruscamente stravolto il giorno in cui da loro irrompe David Zinc, giovane e rampante avvocato, che fino a poche ore prima lavorava in uno dei più rinomati studi legali della città.
Stanco dei ritmi massacranti e deciso a cambiare vita una volta per tutte, David non si è presentato in ufficio, si è preso una sbronza colossale e, per una serie di circostanze fortuite, è arrivato lì, chiedendo di essere assunto.
Sembra decisamente un segno del destino perché proprio in quei giorni ai tre si presenta l'opportunità della vita: un caso scottante che riguarda il farmaco di un'importante industria farmaceutica e che può farli diventare finalmente ricchi.
A quanto pare fama e soldi sono dietro l'angolo, ma è tutto troppo bello per essere vero e, quasi senza rendersene conto, Oscar, Wally e David si troveranno alle prese con un processo che rischia di stritolarli, dove ci sono in gioco miliardi di dollari e in cui i più agguerriti avvocati dei migliori studi legali si sfidano in una guerra all'ultimo sangue.
Dopo varie peripezie, alcune anche tragiche , tutto finirà per il meglio  e ... verrà voglia di ricominciare a leggerlo perché è stato troppo bello  e una volta sola non basta !

Le notizie sulla vita dell'autore sono state tradotte dall'inglese da Erica dal sito   http://www.jgrisham.com/