mercoledì 12 maggio 2021

CHESIO 9 maggio 1944

 CHESIO 9 maggio 1944

"Il nemico giunse fino a Chesio senza che nessuno desse l'allarme....'

In quella tragica giornata furono uccisi 6 partigiani : Elio Sanmarchi, Nandino Bariselli, Enrico Bionda, Nicola D'Angelo, Rodolfo Morandi, Giovanni Sozzi

Bariselli e Sozzi erano di Crusinallo. Mia mamma li conosceva . A Crusinallo la via Bariselli è in ricordo di Nandino e di suo fratello, entrambi uccisi dai fascisti. Posso immaginare il dolore di quella madre

Mia mamma ricordava un particolare inquietante. Allora da casa nostra si vedeva il piazzale del cimitero perchè non c'erano nè case nè palazzi e lei assistette al funerale e dovette vedere i fascisti che picchiavano questa donna distrutta dal dolore per impedirle di entrare nel cimitero e di assistere al funerale del figlio . Ancora dopo molti anni era ancora sconvolta e arrabbiata per tutto quello che aveva visto. 



Gli eccidi in Valstrona il 9 maggio 1944

" La Valstrona fu teatro il 9 maggio 1944 di uno dei più efferati episodi di guerra civile , che si consumò all'interno dell'abitato di Forno, fra le case che si affacciano sul sagrato della chiesa.

Un piccolo gruppo di partigiani disarmati, malati e feriti, erano ricoverati in una casa di Forno, adibita a infermeria, ed erano assistiti da un medico ed un infermiere. Vennero sorpresi nel sonno da un reparto di fascisti della divisione Tagliamento e passati per le armi, in spregio della tutela che le convenzioni di tutti i paesi civili riservavano ai feriti ed ai malati ricoverati nei luoghi di cura. 

Fra i testimoni oculari il prevosto don Giulio Zolla provvide a registrare il racconto dell'eccidio che si era consumato in sua presenza verso le 11 sulla piazzetta della chiesa."

Rosario Muratore Direttore dell' Istituto storico della Resistenza in provincia di Novara

" Alle 6,30 giunsero da Fobello i militi della Muti. Assediarono la casa di Peretti Francesco ove da venerdì scorso ( siamo al martedì 9 maggio 1944) sono entro 9 partigiani con la giovane moglie di uno ( certo Godi di Gozzano ) e si mettono a sparare. 

Tutto spaventato, di nascosto, guardo, osservo e poi esco. Vado a vedere. Imploro pietà. Gli assediati cedono. Aprono. Gli altri entrano. Vedo le vittime cacciate in uno stanzino. Imploro pietà. Mi si obbliga a trasportare il cadavere di Godi già morto in casa, colpito a una finestra...

Torno quindi ad implorare per salvarli... Alle mie insistenze il tenente Fabri mi disse : " Stia tranquillo, reverendo, non le lasceremo qui dei cadaveri " 

Erano le 10.30 "

Don Zolla andò a celebrare la messa.

 " con quanta devozione celebrai e pregai per quei giovani! 

Erano le 11, avevo appena finito. Giù in fondo alla Chiesa i Mutini mi chiamarono. Corro ed oh! sventura!!! Veggo quelli che ritenevo graziati, legati con le mani dietro la schiena, lungo il giardino della casa detta dell'arciprete!.... 

Nel centro della piazza il monumento ai caduti e giù sul bordo del rialzo della piazza con la schiena rivolta alla casa parrocchiale otto militi con il mitra pronto. 

Su l'angolo verso la chiesa ...vi stava il sottotenente De Filippi. ...Con sommo dolore sento da quel sottotenente : " Reverendo, vada a confessare quegli...". Non so come li chiamò ...."  Prevosto Giulio Zolla

Foto da I luoghi della Resistenza in Valle Strona Ricerca e disegni Alunni Scuola Media di Valstrona 1993-94

Le vittime dell'eccidio di FORNO di quel martedì 9 maggio 1944 furono seppellite nel cimitero del paese 

Doot. Vito Casaburo di Auronzo Tai di Cadore, Tenente "Marco" Gianni Gastaldi  laureando in medicina di Vercelli , Meneghini Gino e Meneghini Piero fratelli di Milano, De Micheli Bruno e De Micheli Piero di Stresa, Corà Adriano da Maseranga - Coggiola - Forno.

Godi Aurelio di Gozzano ucciso in casa Peretti e Luigino Comoli di Omegna furono portati il giorno dopo a Omegna.

sabato 13 febbraio 2021

La battaglia di Megolo

 Sono passati 77 anni dalla battaglia di Megolo 

" Istituto storico della resistenza e della società contemporanea Pietro Fornara

Alla fine di gennaio del '44 i comandanti Garibaldini, per l'avanzare dell'inverno e la scarsità di munizioni nonché le notizie ricevute sulle consistenti avanguardie nazifasciste all'imbocco della Valstrona, decidono in una riunione svoltosi a Campello Monti con tutti i membri del CLN provinciale di ricongiungere tutte le forze partigiane a Megolo per preparare un piano di difesa. Il concentramento è fissato per domenica 13 Febbraio '44.Alle ore 6,30 del mattino contingenti forze nazifasciste attaccano il paese di Megolo, incendiando case, arrestando civili inermi. Le truppe partigiane rifugiate nella parte alta di Megolo esattamente a Cortavolo vengono allertate da un partigiano mattiniero, che per andarsi a lavare ad un rigagnolo lì vicino, aveva visto le case incendiare. Dopo un attimo di stupore i patrioti sono pronti a prendere le loro postazioni. In totale i partigiani saranno una cinquantina, con qualche fucile mitragliatore, una cassa di bombe a mano e pistole. Di fronte hanno una forza di 250 uomini ben armati. Nonostante la differenza degli eserciti in campo, quel gruppo di uomini coraggiosi e tenaci, costringe il cap. Simon - che coordina l'attacco antipartigiano - a chiedere rinforzi. Ad un certo punto il nemico agita stracci bianchi quasi volesse arrendersi. E' un ignobile trucco ed i partigiani non abboccano anzi, contrattaccano dal centro e dalle ali. L'azione tempestiva ributta i nazisti oltre le prime case di Megolo. L'azione dei partigiani non solo crea confusione ma anche perdite da parte del nemico. I partigiani si ritirano nella postazione primitiva e proprio in questa manovra, a colpi di mitra viene abbattuto il partigiano diciottenne Elio Toninelli. Ai nazifascisti arrivano rinforzi, la battaglia riprende aspra. Le cose si mettono al peggio, la mitragliatrice Breda che il giovane "Bartolo" ha fatto cantare così bene si inceppa e lui viene colpito a morte. Sono le 10,45 quando si indeboliscono le speranze, le munizioni cominciano a scarseggiare, Bassano Paolo, Antibo Carlo, Elio Toninelli, Marino Paolo e Bartolomeo Crea sono i primi cinque morti della battaglia di Megolo. Non appena i nazifascisti lasciano il paese, ha inizio la lunga processione di gente di Megolo: uomini, donne e giovinette salgono verso il luogo del Sacrificio e raggiungono il vecchio e grosso castagno.

Vengono raccolte le salme di Beltrami, Di Dio, Carletti, Citterio, Toninelli, Creola, Pajetta e Calvena. I 12 caduti del 13 febbraio '44 vengono composti e allineati in un cascinale confinante con l'Asilo, sono le ultime ore che le salme trascorreranno insieme "

MASSARA E., Antologia dell'antifascismo e della Resistenza novarese, Grafica Novarese, Novara, 1984

mercoledì 9 dicembre 2020

Erica e la grafica....

 Per anni , usando Photoshop o il programma di Picasa3, che ho trovato nel mio portatile Vaio, ho trasformato foto personali  ed immagini di riviste, libri, biglietti di auguri, cartoline, calendari..., in piccoli capolavori di grafica. Da quelle più semplici a quelle più complesse, sono diventate immagini uniche, nate dalla mia creatività e da tanta pazienza ed ore ed ore passate a provare e riprovare per avere il meglio. 























venerdì 1 maggio 2020

Lettera ai bambini

Lettera  ai bambini  Gianni Rodari in Parole per Giocare , Manzuoli 1979
Dedicato  a tutti  i  bambini  e le bambine che più  degli adulti hanno sofferto il lockdown, obbligati a stare in casa a causa del coronavirus senza poter andare a scuola, senza poter frequentare i compagni gli amici, senza poter giocare liberi all'aria  aperta 

domenica 26 aprile 2020

La natura non si ferma....

In questi  giorni  di  fine  aprile noi continuiamo a  restare  in casa a causa  del coronavirus, ma con il caldo, anche eccessivo per la stagione  in cui siamo, la natura è sbocciata in tutta la sua bellezza ed in giardino, e anche in alcuni vasi sui balconi, ci sono piante meravigliose...










I primi  a fiorire sono stati gli amelachier e il mandorlo con alcuni tulipani nani 


L'ultimo  è  il biancospino con il glicine bianco e le climatici rosa